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Esiste un logos di Psiche? Sì, risponde l’autrice di questo libro: è appunto ciò di cui si deve occupare la psicologia. È un logos che prende forma attraverso la mediazione di un “pensiero d’anima” intriso di passione e di immaginazione. Ama l’espressione allusiva e metaforica, si dispiega nelle elaborazioni simboliche, oniriche, poetiche.
Scaturisce dal fondo mitico della mente, da vita alle immagini dei sogni, muove le figure del “gran teatro” dell’anima. E’ il filo che permette di inoltrarsi nel labirinto di un percorso terapeutico, in cui, a partire dal “romanzo famigliare”, ci si avvia a oltrepassarlo, sino a cogliere l’intreccio che lega la vita personale a quella più profonda dell’anima, radicata nei suoi fondamenti archetipici.
L’anima, infatti, non è semplicemente la parte controsessuale dell’uomo, né solo l’ombra della donna. La fenomenologia dell’anima è presente in uomini e donne: «anche le donne incontrano bambine nei loro sogni, e prostitute, anch’esse sono sedotte da donne misteriose e sconosciute». La via individuativa femminile, quindi, non passa solo attraverso lo sviluppo deRanimus (indipendenza di giudizio, pensiero razionale, status economico e sociale…), ma segue la guida delle figure dell’eros che ancorano la donna nella memoria inscritta nel corpo emozionale e la conducono nel labirinto di vie e di significati di cui Afrodite si fa immagine e tramite metaforico. Il suo multiforme confronto con altri dèi, Ares, Ermes, Dioniso, può spingere la psiche femminile sino ai confini dell’ “Io Saffico”: una soggettività che media la conoscenza attraverso le alchimie del cuore, elabora le emozioni e la memoria attraverso la parola poetica e giunge così all’acquisizione di un sapere che si fa «intelletto d’amore».