Un’indagine sul mondo interiore di quelle donne che si affacciano alla stagione autunnale della vita, con la consapevolezza dei limiti ma anche con il privilegio di poter usufruire di quella ricchezza di simboli che i percorsi individuali portano con sé. Queste donne sono consapevoli dell’avvicinarsi del periodo invernale, laddove il gelo può sicuramente impressionare, ma realizzano che può anche divenire fonte di ispirazione per radicarsi meglio nel presente.
Le autrici riportano i sogni delle protagoniste integrandoli con il lavoro svolto con la Sandplay Therapy, ma anche col disegno e la narrazione, dando spazio a una forte creatività che altrimenti sarebbe rimasta sopita e inespressa nell’animo di queste donne. I loro sogni hanno risuonato nelle profonde corde dell’analista, producendo un rispecchiamento foriero di arricchimento esperienziale e di avvicinamento ai misteri del mondo onirico.

Elvezia Benini è Psicologa, Psicoterapeuta a orientamento junghiano, specialista in Sandplay Therapy, Consulente forense come CTU presso il tribunale ordinario, Corte d’Appello e Tribunale per i minorenni di Genova. Già Giudice onorario presso la Corte d’Appello di Genova sezione minori. Relatrice in numerosi convegni per medici, psicologi, personale sanitario ed educativo. Autrice di svariate pubblicazioni scientifiche e di articoli di carattere psicologico in riviste specializzate.

Cecilia Malombra è Psicologa clinica e di comunità, Specialista in Criminologia e Scienze psicoforensi, Psicoterapeuta in formazione junghiana, Consulente tecnico di parte in ambito forense, Coordinatrice genitoriale. Autrice di pubblicazioni a carattere scientifico e relatrice in convegni specialistici per operatori forensi e socio-sanitari.


 
pagine 144 | prezzo 12€ | cm 11,5x16,5

Come già nella Risposta a Dante Inventio I, dedicata al primo canto dell’Inferno, anche per il secondo canto l’Autore ha fermato sulla carta tutto che ciò che le parole di Dante semplicemente gli facevano “venire in mente”. Alla fine del secondo canto così si accommiata da Dante: “Ti ho eletto esploratore della mia anima, guida fedele e sicura perché guidata da amor. E se la tua è stata preparazione a quel tuo viaggio di cui, anche se non sei né Enea né Paolo, sei certamente degno, anche la mia è preparazione a un viaggio, o forse dovrei dire meglio, al Viaggio, quello cui ogni viaggio nella nostra vita sempre allude. Non dice il linguaggio comune che partire è un po’ morire? Parlo del Viaggio per definizione e per eccellenza, quello che rende completa la nostra presenza qui. Mi hai aiutato a ripassare me stesso, a prendermi le misure, a fare i conti con me stesso. Ora dovrei essere un po’ più pronto a quel momento. Quel momento di cui tutta la nostra vita, ma proprio tutta nei minimi particolari, nei dolori ma ancor più e soprattutto nelle gioie, è stata preparazione”.