In L’Archetipo dell’Apocalisse Edward Edinger – autore assai apprezzato dagli studiosi dei processi junghiani – analizza il significato delle immagini contenute nell’Apocalisse di Giovanni, o Libro dell’Apocalisse. Edinger spiega il loro significato psicologico, traccia parallelismi con l’alchimia e il simbolismo dei numeri e sviluppa temi di portata universale, come “la vendetta” o “il giudizio”. Quando rimangono inconsce, le immagini apocalittiche si esprimono sotto forma di proiezioni che generano talvolta preoccupanti fenomeni di massa; quando se ne diviene consapevoli esse consentono a ogni individuo di approfondire la conoscenza di sé, attraverso un doloroso processo di integrazione dell’ombra, e di sperimentare il conflitto degli opposti, senza farsi sopraffare dall’archetipo. L’autore ci incoraggia a entrare in questo processo, aiutandoci ad attraversarlo. Si tratta di un’impresa particolarmente utile perché l’immaginaro apocalittico è molto presente nello spirito del nostro tempo. Attentati, guerre, pandemie caratterizzano la nostra epoca e rilanciano le categorie eterne (archetipi) che si profilano nell’Apocalisse, archetipo della fine del mondo.
Prendere coscienza di tale archetipo aiuta a comprenderne e meglio integrarne i suoi aspetti distruttivi, così come gli sconvolgimenti da esso generati. Un primo importante passo per chiunque sia interessato ad approfondire le ansie e i moti dell’anima che caratterizzano la nostra epoca, e a gestirli emotivamente.

Edward Edinger (1922-1998) è stato medico e analista a Los Angeles. Considerato un eminente rappresentante della psicologia junghiana negli Stati Uniti, ha lasciato una serie di opere assai importanti, nelle quali ha magistralmente approfondito i grandi temi incontrati nella mitologia, nella Bibbia, nell’alchimia e nelle opere letterarie, che analizza alla luce delle scoperte junghiane. Fra i libri pubblicati in Italia: Anatomia della Psiche (2008, Vivarium), I simboli e gli eroi di Jahveh (1987, RED).
L’Archetipo dell’Apocalisse è uno degli esempi di maggior successo di questo approccio. Nella collana “Il tridente saggi”, di Moretti&Vitali, dello stesso autore è presente Io e l’archetipo (2023). Il dramma eterno, originale lettura della mitologia greca, è previsto per il 2024.


 
pagine 148 | prezzo 16,00€ | cm 14,5,x21

Il testo è una raccolta di appunti in forma di mémoires, rêveries, sogni e poesie che incrocia realtà e immaginazione articolandosi in quattro momenti. Il primo è ambientato in una nevosa e inquietante New York, il secondo è un’agiografia di Sant’Agata, il terzo lega la vita dell’autore alle vicende narrate e introduce all’ultima parte che riguarda la risoluzione di un caso di omicidio. I principali personaggi sono Eli, prostituta di Manhattan, Zora, chiaroveggente, Janelle, scultrice, e Martin, attore, cui nel prosieguo del volume si aggiungeranno Margaret, una vicina di casa gelosa, Alfred, commesso di un negozio di ferramenta, il commissario Terry e Salvatore, un italo-americano che ha fatto fortuna negli States. Nel racconto incontriamo anche Elena e Matteo, una coppia della borghesia milanese in viaggio a Malta. Infine, due figure allegoriche che attraversano lo scritto sono un angelo che protegge dal male e un assillante uomo nero che personifica la malinconia, lo spleen. Tra questi due opposti si muove il protagonista, flâneur nel tempo e nello spazio, capace di intercettare le piccole storie di simpatia e avversione, di amore e indifferenza, di invidia e reciproco aiuto tra i vari personaggi, lui compreso. Le geografie sono vertiginose, si passa repentinamente da New York a Milano, da Mannheim in Germania a una piccola località sull’appennino emiliano: Tornarezza, da Catania a Piacenza.


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