Pensiero e pratiche di trasformazione
Rosella Prezzo
Guerre che ho (solo) visto
 
 
pagine 152 | prezzo 14,00€ | cm 14,5,x21

La comune esperienza delle guerre soltanto viste attraverso gli schermi è quella che l’autrice mette a fuoco in questo libro. Un’esperienza di immagini belliche che via via si sommano, in una sorta di montaggio mentale, fino a produrre un film dove la pellicola si riavvolge spesso anche all’indietro. Lo sviluppo di una trama fatta di interrogativi, pensieri, rimandi, cortocircuiti, letture ausiliarie, ci conduce attraverso le trasformazioni che hanno subito la guerra e i suoi soggetti, sia armati che inermi. La guerra e i suoi corpi, quindi, che nelle nostre vite quotidiane, di pace, si danno contemporaneamente fuori scena e in scena, inquadrati e/o oscurati. Si tratta qui anche del linguaggio che la guerra di volta in volta inventa per darsi senso o crearsi una realtà adeguata. L’autrice chiede: che cos’è quello che stiamo vedendo? Come dire ciò che (ci) sta accadendo? Come chiamarlo? Sembra non bastare più la parola “guerra”, per lo più non dichiarata esplicitamente, associata alle forme di un annichilimento totale. A essa, sembra di poter solo contrapporre la parola “pace”, innalzata come una lacerata bandiera bianca.
Nel libro c’è anche questa domanda: di cosa parliamo quando parliamo di pace? Abbiamo della guerra racconti, discorsi e retoriche, descrizioni infernali e azioni eroiche, immagini e fantasmi, e soprattutto strategie, a cominciare da quell’arte della guerra a cui essa è stata associata, ma nulla che racconti le forme della pace. Forse, un Ministero della pace (o della vita civile) rientrerebbe in quelle istituzioni da inventare che Simone Weil auspicava, al di là di quelle a tutela del diritto e delle libertà democratiche. Per questo, pensare e dire la pace significa, anzitutto, pensare l’impensato della pace. A questo scopo sono convocate qui le riflessioni e le immagini di alcune grandi pensatrici del Novecento.

In appendice, testi, scelti e introdotti dall’autrice, di Lev Tolstoj, Cesare Pavese, Agota Kristof, Svetlana Aleksievic´, Gertrude Elisabeth Margaret Anscombe, Bertrand Russell, Albert Einstein, Ingeborg Bachmann, Wisława Szymborska, Federica Manzon, Dominique Eddé, María Zambrano, Mahmoud Darwish, Oxana Timofeeva.


Narrazioni della conoscenza
Il dissenso
 
a cura di Lucio Saviani | Carla Stroppa
 
pagine 164 | prezzo 14€ | cm 14,5,x21

Viviamo un tempo di “crisi dei fondamenti”: progresso, realtà, verità, umanità. Eppure questo è anche il tempo di tanti fondamentalismi, non solo religiosi. Il tema del dissenso va allora posto proprio qui: crisi dei fondamenti e odierni fondamentalismi.
Il dissentire ha a che fare con il senso e con quanto indica il prefisso dis-. Dissesto, esser fuori sesto, vivere un tempo disturbato: “out of joint”, come in Amleto, come una spalla che va fuori posto, disarticolata.
Ma è anche il disagio che proviamo in un tempo, come il nostro, di mille indignazioni quotidiane a invito; disagio di fronte a un “dissenso” che più prolifera e più rende irriconoscibile ciò contro cui viene rivolto. Si è come davanti a un dissenso, ogni volta di più, depotenziato.
È in definitiva davanti a questa presenza ipertrofica, a questo disinnesco e dispositivo di neutralizzazione del dissentire che proviamo quel disagio.
Il dis-senso è allora il senso stesso del pensiero critico. Esperienza vissuta di dissidio ed esercizio del dubbio, costante vigilanza e indisponibilità verso ogni potere e dogma. Soprattutto in tempi di crisi, di fondamentalismi, di conformistica volontà di piacere (politically correct, la conta di like e followers) e ricerca del consenso, il dissenso va inteso come la postura stessa del pensiero critico, doppio sguardo e visione indiretta del reale, capace di sostenere l’attrito del presente.
Insomma, si può dire tutto finché non si dica qualcosa che non si possa dire. Però bisogna pur avere qualcosa da dire che non si possa dire: la vera difficoltà sta forse nel fatto che oggi tutti possono parlare perché non hanno niente da dire che sia davvero intollerabile?
A questa domanda cercano di rispondere i saggi raccolti in questo libro.

Saggi di:
Antonio Cipriani
Roberto Cossu
Ru˚žena Hálová
Nicola Magliulo
Margherita Platania
Lucio Saviani
Carla Stroppa
Graziano Valent
Maria Rosa Tinti
Domenico Zampaglione.