pagine 464 | prezzo 37€ | cm 14,5,x21

È noto come in ambito psicopatologico i concetti di salute e di malattia mentali siano sfuggenti e mutevoli, per cui non è mai facile comprendere la sofferenza psichica e stabilirne con relativa certezza le caratteristiche e il livello di gravità. Quando una sofferenza dell’anima va considerata un sintomo e quando invece è un sentimento? E quando un fardello esistenziale non è più un peso inevitabile e persino utile da portare e si rivela un disagio che ha bisogno di cure? È anche a queste domande che dobbiamo dare una risposta ogni volta che cerchiamo di comprendere a fondo una determinata sofferenza psichica e di definirne, in una sintesi sufficientemente coerente ed esaustiva, i contorni, i contenuti, le cause e i possibili rimedi. Da qui la necessità, per il clinico analitico, di avere a disposizione un metodo diagnostico capace di integrare, in una correlazione feconda, i risultati dello studio di più campi di valutazione, e non tutti di specifica attinenza analitica. Si tratta di un modello diagnostico multifattoriale in cui i risultati dell’esplorazione analitica da un lato e dell’esplorazione psichiatrica e psicodinamica dall’altro si embricano a formare una sorta di arabesco, di mandala.
Il fare diagnostico che il testo propone va infatti ben oltre l’idea di diagnosi comunemente accreditata in ambito analitico e, nel mettere in correlazione i numerosi campi di valutazione esplorati, si muove a differenti livelli di profondità, in modo circolare e in tutte le direzioni possibili, senza seguire alcun protocollo, così da poter offrire un quadro il più possibile esauriente e al tempo stesso dinamico del paziente. E anche se l’analisi resta l’esperienza del possibile, l’azzardo di chi entra in un labirinto verticale del quale si conosce l’ingresso e poco altro, è pur vero che in questa incertezza una diagnosi così formulata può offrire al terapeuta preziosi punti di riferimento e una bussola per orientarsi in quell’ignoto… per “navigare nell’inconscio”.
Il libro spazia dalla storia della nosografia all’idea che della diagnosi avevano Freud e Jung, dall’anamnesi alla sintomatologia, dallo studio del livello di funzionamento mentale alla valutazione della personalità, fino ad arrivare ai temi più specificamente junghiani (archetipi, complessi, tipologia psicologica, sogni e immagini attive), temi che possiamo qui trovare tutti raccolti in un unico volume. Ciò fa di questo testo, oltre che un indispensabile manuale diagnostico, anche un prezioso compendio di psicologia junghiana, tanto utile, quanto di piacevole lettura.


 
pagine 304 | prezzo 27€ | cm 14,5,x21

Fin dalle origini del lavoro di Freud e Jung, il linguaggio è lo strumento su cui si incardina il metodo psicoanalitico, basti pensare alla celebre definizione della psicoanalisi come talking cure data da Anna O., la geniale paziente di Breuer. Il linguaggio è un’entità quanto mai complessa, teso com’è tra una spinta definitoria che può diventare opprimente e una indeterminatezza espressiva che può diventare angosciosa, tra il dire troppo e il dire troppo poco, tra il comunicare e l’afasia, tra il significato come “sasso in bocca” al significante, secondo il noto asserto lacaniano, e significanti logorati dall’uso e divenuti vuote parole, e ancora tra l’essere contemporaneamente strumento di verità e liberazione e strumento di menzogna e manipolazione. Ma se sappiamo accettare questa opposizione polare di fondo, il linguaggio può liberare la propria inesauribile capacità espressiva ed essere uno straordinario strumento di cura.
Potremmo allora riformulare il conflitto intrinseco al linguaggio ricorrendo ai termini amati da Umberto Eco e presi in prestito da Apollinaire di Ordine e Avventura: termini polari anch’essi ma che consentono un respiro oscillatorio della mente, un ciclo di Krebs psicologico ricco di potenzialità espressiva e trasformativa.
Il linguaggio dunque come “organo” vitale e strumento di cura raffinato e complesso. E proprio in ragione di questa vitalità e di questa complessità, nello spirito dell’“enciclopedista” à la manière de Umberto Eco, cioè di una figura che, a differenza dell’esperto, riconosce il bisogno costante di muoversi alla ricerca di nuove strade e nuove connessioni all’interno di un modello rizomatico di conoscenza, non potevamo non ricorrere nuovamente all’aiuto di compagni di viaggio di altre discipline che pure si confrontano costantemente con la croce e con la delizia dello strumento linguistico, dalle letterature comparate alla semiotica, dall’antropologia culturale all’informatica, passando per la filosofia.
Vi offriamo col presente volume il frutto di questa avventura, consapevoli più che mai dell’importanza del fare cultura o, come poeticamente viene detto nel mondo junghiano, del “fare anima”.

Testi di
Carola Barbero, Maria Rosa Bovero, Adriano Cacciola, Stefano Candellieri, Felice Cardone, Stefano Cavalitto, Alessandro Defilippi, Davide Favero, Michela Fiore, Valentino Franchitti, Maria Teresa Giaveri, Marta Girardi, Chiara Lombardi, Mauro Longoni, Vivienne Meli, Riccardo Mondo, Carola Palazzi Trivelli, Eva Pattis, Francesca Picone, Francesco Remotti, Silvia Romano, Marilde Trinchero, Ugo Volli, Gloria Vona