pagine 252 | prezzo 18,00€ | cm 14,5x21

Quest’ultimo volume della collana Quaderni di Orzinuovi, dedicato idealmente al “piccolo libro rosso” di Franco Basaglia, raccoglie alcuni dei momenti più pregnanti di un dialogo durato vent’anni tra alcuni degli interpreti più originali del pensiero filosofico e della prassi psichiatrica del nostro tempo, da Severino a Piro, da Galimberti a Borgna, da Natoli a Giannichedda, da Valent a Marzi e altri. Con l’ambizione di tenere insieme buone pratiche di cura, riflessioni teoriche e proposte di ricerca.

Per una psichiatria pubblica e territoriale fare salute mentale significa al contempo agire nel rispetto delle soggettività, proporsi la tutela e la promozione di diritti e doveri nei singoli e nelle comunità e, con umiltà e dedizione, sapersi misurare con l’universalità delle espressioni della sofferenza mentale.


Questo libro è un’avventurosa analisi del processo creativo e individuativo di un uomo, che affidandosi al potere di una scrittura ispirata è riuscito ad entrare in contatto con gli insegnamenti delle eredità archetipiche. Affidandosi e talvolta scontrandosi coi nemici e gli amici del suo mondo fantasmatico interiore, facendo rivivere – reinterpretandole – le sue emozioni, i conflitti, le paure e le doti attraverso le peripezie dei suoi personaggi romanzati, come fossero gli attori di uno psicodramma o i manichini di un teatro magico, ha dato avvio ad una catarsi simbolica collettiva. Come un ramoscello che oscilla tra le immense fronde mosse dai venti, si è tenuto in equilibrio muovendosi affannosamente e vivendo appassionatamente tra i contrari ma complementari aspetti del Sé, fino alla tanto agognata armonia: il ricongiungimento con madre natura, anima di tutte le cose e fonte di vita.

Ancorandosi alla maieutica della psicoterapia junghiana è riuscito ad incamminarsi con coraggio alla ricerca dell’anima perduta, a immergersi negli abissi della madre terra e a perdersi, per poi ritrovarsi.