pagine 160 | prezzo 18,00€ | cm

Il rapporto tra musica e psicologia è stato esplorato in diversi studi internazionali, mentre in Italia l’argomento non ha mai assunto piena centralità nel dibattito critico e nemmeno in quello formativo […].
Nel suo volume, Antonio Brena intende invece mettere in evidenza proprio la ricchezza del connubio tra musica e psicologia e lo fa sulla base delle proprie esperienze, in qualità sia di Maestro di musica e Direttore d’orchestra sia di Dottore in psicologia. Ne emerge un testo che, pur appoggiandosi a numerosi studi teorici, lascia trasparire in maniera evidente una narrazione appassionata e profondamente sentita, soprattutto perché tratta del ruolo della musica nei vari aspetti dell’esistenza umana, a partire dalla fase prenatale per arrivare alla primarietà del suono in ambito terapeutico e perfino pubblicitario.
Se è vero che la “musica è la stenografia dell’emozione” come indica una nota citazione attribuita a Lev Tolstoj, allora la presente pubblicazione è una vivace testimonianza di come la musica incentivi il desiderio di conoscenza, intesa come conoscenza di sé e conoscenza del mondo. (Dalla Prefazione di Remo Morzenti Pellegrini)


L’occhio è una finestra, esplora il mondo come un geografo, lo filma come un regista. Un sogno, un quadro, un paesaggio, un essere umano ci vengono incontro. Un caleidoscopio di immagini che colpisce e sorprende. Lo studio dell’analista è il contenitore estetico che accoglie attraverso
illuminazioni, suoni e apparizioni lo spazio scenico del nostro teatro interiore.
L’arte analitica è un’esperienza che si basa sul sentire il tragico e l’imperfezione della bellezza, sull’intensità emotiva, sul potenziale creativo verso un nuovo spazio: verso nuove immagini, capaci di generare un’altra possibilità per comprendere la polifonia complessa del mondo.
La bellezza è da scoprire e da patire. La creatività psichica apre al potenziale inesauribile e polimorfico dell’umano, facendo riemergere le risorse trasformative di ognuno di noi, in una relazione nella quale emergono dinamiche creative tra nascondimento e apparenza, tra verità e rappresentazione, tra enigma e rivelazione. Come un bambino che ci imita nel suo gioco, noi imitiamo nel gioco dell’arte le forze che hanno creato e creano il mondo.


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