Luogo della verità o dell’inganno, dotate di vita autonoma o dipendenti dalle sensazioni , reali o illusorie, le immagini hanno conosciuto in Occidente, fin da Platone, una storia complessa e accidentata. Secondo Jung, invece, le immagini che abitano l’inconscio collettivo, gli archetipi, esprimono gli aspetti più autentici e profondi della psiche. Quando si presentano nell’inconscio essi sono in grado di attivare una radicale trasformazione psichica. Quanto più si abbassa il livello della coscienza, come accade nei sogni, tanto più gli archetipi dispiegano il loro potere, che presenta un carattere numinoso, vicino a quello del sacro, in grado di influenzare la coscienza fino a farla ammalare. Proprio nella follia le immagini archetipiche esprimono in forma compiuta tutto il loro potere. Saperle riconoscere e rappresentare in forma artistica, attraverso il disegno ad esempio, consente talvolta di contenerle e aiuta a dare senso alla dissociazione e al dolore psichico.