L’I Ching si presenta a Jung come un Crogiolo, raffinato vaso da Cerimonia per trasformare il cibo rituale da crudo in cotto. Quale metafora migliore per il lavoro analitico che, attivando conscio e inconscio, elabora il rimosso e amplifica la coscienza? Sulle tracce di Jung, che scopre la potenzialità racchiusa nelle immagini sapienziali di sintonizzarsi con l’inconscio, l’autrice presenta il Libro con stile epistolare, profondo e leggiadro, affine ai dialoghi di una seduta analitica. Nobile e Ignobile sono archetipi che incontriamo in ogni pagina del Libro. È la nobiltà dell’etica quella di cui si parla: non si acquisisce per nascita, ma si coltiva come un giardino.
Le Lettere raccolgono domande rivolte all’I Ching per sciogliere conflitti personali non risolvibili con il solo pensiero razionale. L’analista ascolta le risonanze e le associazioni, come fossero immagini oniriche, favorendo l’emersione di un nuovo punto di vista. Quando coscienza e inconscio da opposti diventano complementari, si sperimenta un’istanza psichica che li trascende entrambi e li armonizza, racchiudendo la gioia intrinseca al pensiero aurorale; un centro virtuale definito nel pensiero junghiano Sé, il Fiore d’Oro dell’antica Sapienza cinese. Un simbolo dell’Etica del vivere che può essere coltivata anche attraverso un antico rito iniziatico.

Laura Branchetti, psicoanalista junghiana, ordinaria dell’AIPA (Associazione Italiana di Psicologia Analitica), della IAAP (International Association of Analytical Psychology) e socia onoraria del LAI (Laboratorio Analitico delle Immagini), vive e lavora a Roma. Grazie alla conoscenza del linguaggio psicologico dell’I Ching ricevuto dai primi allievi di Ernst Bernhard, conduce da molti anni una ricerca sulla dimensione etica della psiche, partendo da sogni, miti, immagini, testi sapienziali d’Oriente e d’Occidente. I suoi scritti compendiano le esperienze dedicate a un felice approfondimento del dialogo tra conscio e inconscio, attivato dalle Immagini archetipiche dell’I Ching.
L’autrice ha collaborato con la “Rivista di Psicologia Analitica” e la “Rivista Tempo di Analisi” in cui ha pubblicato diversi articoli su Bernhard, sull’I Ching e sulla corrispondenza tra i primi esponenti della psicoanalisi. La Cerimonia del Sé è il frutto del desiderio profondo di consegnare alle nuove generazioni un “Crogiolo dagli anelli di giada”, nel suo valore originario.


 
pagine 464 | prezzo 37€ | cm 14,5,x21

È noto come in ambito psicopatologico i concetti di salute e di malattia mentali siano sfuggenti e mutevoli, per cui non è mai facile comprendere la sofferenza psichica e stabilirne con relativa certezza le caratteristiche e il livello di gravità. Quando una sofferenza dell’anima va considerata un sintomo e quando invece è un sentimento? E quando un fardello esistenziale non è più un peso inevitabile e persino utile da portare e si rivela un disagio che ha bisogno di cure? È anche a queste domande che dobbiamo dare una risposta ogni volta che cerchiamo di comprendere a fondo una determinata sofferenza psichica e di definirne, in una sintesi sufficientemente coerente ed esaustiva, i contorni, i contenuti, le cause e i possibili rimedi. Da qui la necessità, per il clinico analitico, di avere a disposizione un metodo diagnostico capace di integrare, in una correlazione feconda, i risultati dello studio di più campi di valutazione, e non tutti di specifica attinenza analitica. Si tratta di un modello diagnostico multifattoriale in cui i risultati dell’esplorazione analitica da un lato e dell’esplorazione psichiatrica e psicodinamica dall’altro si embricano a formare una sorta di arabesco, di mandala.
Il fare diagnostico che il testo propone va infatti ben oltre l’idea di diagnosi comunemente accreditata in ambito analitico e, nel mettere in correlazione i numerosi campi di valutazione esplorati, si muove a differenti livelli di profondità, in modo circolare e in tutte le direzioni possibili, senza seguire alcun protocollo, così da poter offrire un quadro il più possibile esauriente e al tempo stesso dinamico del paziente. E anche se l’analisi resta l’esperienza del possibile, l’azzardo di chi entra in un labirinto verticale del quale si conosce l’ingresso e poco altro, è pur vero che in questa incertezza una diagnosi così formulata può offrire al terapeuta preziosi punti di riferimento e una bussola per orientarsi in quell’ignoto… per “navigare nell’inconscio”.
Il libro spazia dalla storia della nosografia all’idea che della diagnosi avevano Freud e Jung, dall’anamnesi alla sintomatologia, dallo studio del livello di funzionamento mentale alla valutazione della personalità, fino ad arrivare ai temi più specificamente junghiani (archetipi, complessi, tipologia psicologica, sogni e immagini attive), temi che possiamo qui trovare tutti raccolti in un unico volume. Ciò fa di questo testo, oltre che un indispensabile manuale diagnostico, anche un prezioso compendio di psicologia junghiana, tanto utile, quanto di piacevole lettura.