pagine 229 | prezzo 18€ | cm 14,5x21

Nel 1978 la “Legge Basaglia” ha cambiato la psichiatria in Italia. E’ stata una delle poche riforme “vere” e profonde che si sono verificate nel nostro paese. Nel corso di pochissimi anni la vita dei pazienti psichiatrici, soprattutto quelli più gravi, e di coloro che li curavano, è radicalmente mutata.

In questo libro la complessità di quelle vicende e di quel periodo, l’intersecarsi di temi che hanno appassionato una generazione – psichiatria, psicoanalisi, contestazione giovanile – si svolge attraverso il racconto delle storie dei protagonisti filtrato da un particolare punto di vista: quello della testimonianza personale e della reazione affettiva, molto meno quello della riflessione teorica, che pure non manca, ma fa da interpunzione.

Da un capitolo all’altro la vita e le storie dell’Ospedale Psichiatrico e delle strutture che l’hanno sostituito si snodano sotto i nostri occhi per così dire spogliate delle tante teorie che ad esse si sono sovrapposte e collocate invece in stretta corrispondenza con le vicende umane di coloro che quella vita e quella storia hanno vissuto.

Pazienti e psichiatri, infermieri, direttori di manicomi, psicologi, professori e assessori. Molte migliaia di persone sono state coinvolte in quella esperienza rivoluzionaria. Sono stati protagonisti o sono stati trascinati dagli eventi?

Sono storie che commuovono, indignano, fanno sorridere. Storie caratteristiche di quel periodo storico e, ciononostante, simili a quelle di ogni essere umano, matto o sano che sia o che venga considerato.


 
pagine 352 | prezzo 22,00€ | cm 14,5x21

Credere, terzo volume della trilogia Percorsi di umanizzazione, è costruito attorno ad una tesi semplice: non c’è umanizzazione e maturazione possibile senza la disponibilità ad accogliere le due sfide che la vita pone a tutti e a ciascuno: imparare ad amare e prepararsi a morire. Ma per rispondere positivamente a queste pro-vocazioni che la vita pone, costituisce una grande risorsa guadagnare una prospettiva in senso lato religiosa della vita: essa aiuta infatti “l’accettazione dell’inaccettabile” – come scriveva Tillich, cioè aiuta ad accettarci per quello che siamo, a vincere l’angoscia per riposare nella fiducia. Questo terzo volume tratta dunque del credere e dell’esperienza religiosa in senso lato, come dimensioni umane tanto universali quanto costitutive e risorse preziose nel compito di divenire uomini e donne adulti. Una esperienza, quella religiosa qui descritta, che non è monopolio delle religioni tradizionali, in quanto parte costitutiva dell’umano.

Le religioni, da sempre, rivestono numerose funzioni psico-sociali: nella prima metà della vita e nella giovinezza della società contribuiscono alla strutturazione e stabilizzazione dell’Io e danno un fondamento alla socialità. Ma tale religiosità può degenerare, e questo succede quando la dottrina, il dogma, il principio etico, l’istituzione, divengono più importanti delle persone concrete e della loro sofferenza, e la ‘lettera’ diviene più importante dello ‘spirito’. Da qui la necessità di una religiosità per la seconda metà della vita e per la maturità della società,  che consiste nella capacità di cogliere e vivere la dimensione mitica e simbolica che è intrinseca ad ogni tradizione religiosa. Una religiosità incentrata sull’esperienza (di Dio o della Vita nella sua integralità) e contrassegnata dalla disponibilità al dialogo e dal servizio alla Vita, a trecentosessanta gradi.