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“L’esperienza umana è essenzialmente esperienza simbolica. Non vi è attività dell’uomo che non faccia ricorso al simbolo o che non si risolva in qualche modo in esso, dalle pratiche magiche alle manifestazioni religiose più evolute, dai rapporti sociali alle più raffinate produzioni culturali.
Il riconoscimento del ruolo fondamentale del simbolo nel mondo umano attraversa tutta la cultura contemporanea e si inserisce nel più ampio dibattito sul linguaggio.
Il simbolo, con la sua valenza allusiva ed evocativa, con la sua capacità di rinvio e di connessione, esprime il movimento di trascendenza del pensiero umano, che supera il dato empirico in quanto tale e istituisce relazioni fondate su trame analogiche.
La parola con cui l’uomo dice Dio è sempre metaforica; è parola che allude e rinvia a un Altro indicibile, di cui si fa invocazione”.
“Da tempo la Società Italiana di Psicologia della Religione è interessata a coniugare psicologia clinica e dimensione religiosa, che qui si confrontano sul terreno del linguaggio e dei suoi simboli. Entrambe si presentano come zone di emergenza del linguaggio simbolico, ‘regioni del senso duplice’, in cui la parola, in bilico tra il mostrare e il nascondere, tra il dire e il non-dire, si fa enigma e stimola il pensiero ad avventurarsi sui sentieri tortuosi del lavoro ermeneutico”.
Dalla Presentazione