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A duecento anni dalla scomparsa di Giacomo Casanova, in questo saggio viene posta in luce una caratteristica del personaggio che mal si concilia con Io stereotipo del giramondo rubacuori protagonista di mille avventure galanti.
Casanova era oltremodo attento agli sviluppi della scienza del suo tempo, ai problemi classici della geometria, al calcolo delle probabilità allora agli albori. Nutriva una passione smisurata per i numeri, praticava l’alchimia e la cabala, si interessava ai problemi astronomici.
Non si può arrivare ad affermare che Casanova fosse uno scienziato. Ma senza dubbio il suo rapporto con la scienza fu molto più stretto di quanto comunemente si sarebbe portati a pensare.
Due, in sostanza, i motivi.
In primo luogo, sfruttando le sue conoscenze scientifiche. Casanova ricavava, sia pure in modo saltuario, un po’ di denaro per sbarcare il lunario.
In secondo luogo, l’esercizio continuativo ed esasperato delle sue capacità percettive e la sua ipersensibilità gli consentivano di cogliere istintivamente il nocciolo dei problemi, di anticipare i tempi nell’identificare le modalità secondo cui in futuro questi sarebbero stati affrontati e di scartare, per ragioni puramente estetiche, soluzioni che non gli apparivano gradevoli.
Il saggio, alla portata di tutti, pone in rilievo l’attualità e la modernità del personaggio.