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Il titolo di questo libro richiama quello del romanzo Die andere seite pubblicato nel 1909 dallo scrittore-pittore austriaco Alfred Kubin, libro che si inserisce nella grande tradizione del “romanzo fantastico” à la Edgar Allan Poe o E.T. Hoffmann, esploratori dell’inconscio in forme tra l’onirico, l’assurdo e il grottesco. Tra gli ammiratori di questi romanzi troviamo il fondatore della psicologia analitica Carl Gustav Jung il quale li cita spesso, a proposito della creatività artistica ,come esempi di opere dove si realizza con successo quella che lui chiama “funzione trascendente” capace di conciliare nella rappresentazione l’“altra parte” costituita dai fantasmi dell’inconscio con il piano della coscienza. Jung sottolinea la centralità dell’“immagine” scaturita dalla fantasia attiva, quella stessa immagine che sta alla base dell’arte del cinema. E proprio il cinema capace di esplorare l’“altra parte” è al centro di questo libro, partendo da quei film di ieri e di oggi che Jung avrebbe amato in quanto conferma visibile della sua teoria sull’arte, titoli che vanno dai classici Suspense e Gli invasati ai più recenti L’inquilino del terzo piano e Mulholland Drive dove affiora il perturbante e dove le immagini riflettono gli incubi che ci assalgono di giorno e di notte.