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Il libro vuole ripercorrere l’opera di Fabrizio De André facendo affiorare le radici della sua sensibilità certamente laica, ma unita a dimensioni proprie del sentire religioso e cristiano, in particolare. Non per “battezzare” Fabrizio – che rimane estraneo ad ogni appartenenza – ma per raccogliere motivi senza i quali riteniamo non si può adeguatamente comprenderlo. Una religiosità, in fondo, mai negata, sviluppata in quella forma liminare al religioso e all’etico che appartiene ad una visione complessiva e profonda della realtà vicina alla mistica. Una laicità mistica, dove l’ultimo termine è aggettivo, modalità di esercizio della laicità. Al di là del bene e del male, sulla cattiva strada. Questa dimensione – che crediamo ultimamente propria di ciascuno – lo fa trasversale ad ogni appartenenza religiosa, morale, politica, rendendolo affine e connaturale a tanti, credenti e non credenti, a uomini di diversa convinzione morale e politica. A generazioni diverse. Il nostro sforzo è, dunque, quello di motivare questa lettura, certi che costituisca almeno l’indicazione di un percorso finora quasi del tutto trascurato. Dobbiamo a Fabrizio un grazie particolare, non solo per aver accompagnato – e non smetterà mai di esserci – l’intera nostra esistenza, ma soprattutto per averci permesso di crescere insieme a tutti quegli uomini e donne che si sono ritrovati attorno alla sua chitarra, che hanno sussultato appena la sua voce irrompeva magicamente tra le mura delle case, con quelle storie che, tra la poesia, l’ironia, la sferzante verità, hanno fatto da cielo ai giorni e alle notti. Facendoci diventare più adulti, ma anche più bambini, perché perenni sognatori.