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ATQUE – materiali tra filosofia e psicoterapia
Rivista semestrale
Nuova serie, n. 21 – anno 2017
Tra i concetti classici del pensiero filosofico e psicologico quello di “volontà” appare oggi uno dei concetti più interrogati e messi in questione nei suoi assetti tradizionali, a partire dallo stress e alla revisione cui tali assetti sono sottoposti da parte delle nuove scienze della mente e del cervello. Anzitutto, a essere posta in questione è proprio l’autonomia della volontà, il suo essere “causa sui” a differenza di ogni altro fenomeno naturale. Questo, sia nella concezione razionale (l’autonomia della volontà come effetto della ragione) sia nella versione per così dire decisionista e volontarista (l’autonomia della volontà come quanto riesce a sbloccare i dilemmi del puro pensare). Secondariamente, si osserva come la volontà tragga motivo e addirittura sorga da complessi e stati emozionali, talvolta in conflitto al loro interno. Come se l’autonomia della volontà non fosse altro che l’affermarsi di uno stato emozionale su altri. Un terzo aspetto di problematizzazione della volontà è quello relativo ai suoi correlati neurali e ai circuiti cerebrali che coinvolge. Qui uno dei temi più scottanti diviene quello del rapporto tra volontà e coscienza, nel presupposto che quest’ultima (come hanno mostrato i fondamentali studi di Libet) giunge sempre dopo che una decisione è stata presa. A questo punto diviene quanto mai attuale, per quanto difficile da tracciare, la distinzione tra il volontario e l’involontario: quanto siamo signori e responsabili delle nostre azioni e quanto, invece, queste sono conseguenza (mediata talvolta in maniera sofisticata) da processi ed eredità culturali, sollecitazioni ambientali e scelte “storiche” precedenti, non solo di tipo individuale. In pratica, a venir messa in questione è la stessa nozione di soggetto autonomo e responsabile, soprattutto perché si ritengono impraticabili le soluzioni dualiste e intrinsecamente aporetiche quelle riduzionistiche (…). Siamo così esposti a un duplice dilemma. Da un lato, la volontà pare traballare nella sua autocostituente autonomia fino a dissolversi in qualcosa di storicamente divenuto ovvero nella ricostruzione di un processo che si è alimentato di una pluralità di fattori sia endogeni (emozioni, impulsi, frustrazioni, desideri) sia esogeni (contesti, culture, determinazioni di ordine genetico e, più in generale, biologico). Dall’altro, il nesso concettualmente fondante tra volontà e intenzione consapevole pare dissolversi nel gioco pragmatico delle attribuzioni e linguistiche e delle negoziazioni sociali. È a partire da questo quadro problematico e da tali sollecitazioni, che il presente numero di Atque raccoglie contributi che intervengono sia sulla genealogia filosofica del concetto classico di volontà (…) sia sulla complessa soglia rappresentata dal modo con cui la questione della volontà è ripresa e revisionata in vari ambiti: dalla filosofia alle neuroscienze, dalle scienze cognitive alla filosofia della mente e ai saperi psicoanalitici.
Fabrizio Desideri e Paolo Francesco Pieri
Partire dall’immagine classica e insieme attuale del medico-filosofo, «atque» intende stimolare e raccogliere ricerche e studi in quello spazio intermedio che la psicoterapia e la pratica filosofica vengono a determinare e contemporaneamente lasciano da pensare.
I potenziali lettori di «atque» sono in questo senso gli psicoterapeuti di vario orientamento (freudiano, junghiano, adleriano, cognitivista – e non solo) e insieme a loro i filosofi, e quindi tutti coloro che intendano assumere criticamente i propri saperi formalizzati e la tradizione di ricerca cui finirebbero quasi involontariamente con l’appartenere.
In particolare, i membri delle numerose e più recenti scuole di psicologia e di psicoterapia oltre che alle scuole di maggiore tradizione in Italia, sono quei lettori con cui «atque» – da oltre venticinque anni – tende a rivolgersi ponendosi nel contempo in discussione.
Contributi di Rossella Bonito Oliva, Giuliano Campioni, Mario De Caro, Roberta Lanfredini, Milena Mancini, Luca Pinzolo, Amedeo Ruberto, Carlo Sini, Giovanni Stanghellini, Filippo Tempia
Argomenti Il soggetto del volere / Rappresentazioni e narrazioni dell’azione: l’altrimenti e la decisione. Per una fenomenologia del contingente / Neuroscienze della volontà e della decisione / Volontà, libero arbitrio ed epifenomenismo / Intenzionalità fungente: involontarietà e impersonalità in fenomenologia / Friedrich Nietzsche: critica e affermazione della “volontà” / Io, coscienza e volontà. La necessità del possibile / La dialettica della volontà e dell’involontario / L’evento della volontà in una prospettiva comparativa. L’azione e l’agente nella Bhagavadgītā