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Questo volume raccoglie tutta la produzione poetica di Arturo Schwarz: tutta, o “quasi”, come l’autore stesso, con un’aggiunta un po’ spiazzante, precisa. Leggendo le poesie, possiamo quindi seguire l’intero percorso: le prime composizioni degli anni Quaranta e Cinquanta sono firmate Tristan Sauvage, e sono scritte e pubblicate nella sua lingua materna, il francese.
Schwarz inizia a scrivere in italiano solo verso la fine degli anni Sessanta, vent’anni dopo il suo arrivo in Itala, nell’aprile del 1949, una volta liberato dal campo di prigionia di Abukir a seguito della vittoria di Israele nelle sua prima Guerra di Liberazione. Scorrendo le poesie si passa dai testi in francese a quelli in inglese e in italiano. Forse il senso della comune esperienza umana, pur nella diversità delle espressioni, ha fatto sì che l’autore abbia voluto che apparissero nella loro stesura originale, senza traduzioni.
In risposta a un’inchiesta sulla poesia, Schwarz afferma: “Scrivo poesie per dare una forma duratura alle mie emozioni […] scrivo poesie per la stessa ragione che mi fa respirare. Per continuare a vivere […]. Considero l’amore il più potente strumento di conoscenza e quindi di liberazione, per questo ho privilegiato quasi esclusivamente poesie d’amore”.
Il volume è arricchito da tre raccolte inedite e dalle illustrazioni di alcuni tra i più noti artisti moderni – Marcel Duchamp, Man Ray, Andre Masson e Christian Schad – e contemporanei.