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Un lavoro di traduzione, interpretazione e commento durato più di dieci anni ha prodotto quest’opera che interesserà cultori e studiosi della tradizione esoterica orientale.
Augusto Vitale ha affrontato questa appassionata impresa studiando e confrontando le già numerose traduzioni esistenti – buone o cattive che fossero -, e soprattutto ripercorrendo con scrupolo filologico la storia dei diversi ritrovamenti dell’antico testo.
«Ho seguito – spiega l’autore – le due copie ritrovate nel 1973 a Ma Wang Tui, più antiche di quelle già conosciute e scritte a inchiostro su rotoli di seta. Sono stato aiutato e incoraggiato dalla competenza e dalla cultura del professor Ho Jung Yi, docente di lingua e letteratura cinese all’Università di Pavia. Ho fatto oggetto di meditazione i singoli capitoli, come venivano distinti dalla tradizione, ma seguendo nella loro successione i rotoli di Ma Wang Tui.
Smettevo di occuparmi di un passo solo quando credevo che il suo senso, inizialmente oscuro e carico di ambiguità semantiche, mi si dischiudesse davanti, in modo spesso improvviso e illuminante. Solo allora potevo scegliere i termini italiani più confacenti, non a spiegare, ma a rispondere alle intenzioni del maestro: allusive, intenzionalmente ambigue, spesso ironiche».