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Per circa due anni la psicoanalista Lella Ravasi Bellocchio ha incontrato, nel carcere milanese di San Vittore, un gruppo di donne di differenti età e paesi di provenienza, quasi tutte con figli. L’autrice ha lavorato con le detenute attraverso i loro sogni, in un “setting” molto particolare: una cella, sigillata da otto porte di ferro che ogni volta si chiudevano alle sue spalle. Sogni oltre le sbarre racconta l’esperienza dell’analisi in modo rivoluzionario, ponendo le basi per una nuova lettura e interpretazione della realtà femminile fuori e dietro le sbarre.
Eugenio Borgna
La forza di questo libro sta nella realtà umana che vi è presentata, nello spessore psicologico delle donne che narrano i loro sogni e possono vivere determinate emozioni nell’occasione offerta loro di poter liberare il proprio inconscio attraverso i sogni e di esprimere tutta la profondità misteriosa del femminile.
È presente nel libro una densa analogia tra sogno e poesia: non tanto per le belle poesie che costellano il testo ma per la stessa radice visionaria, la stessa potenza della metafora, la stessa capacità di far vivere emozioni.
Mauro Mancia