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Talvolta è proprio la sofferenza che introduce a una più profonda esperienza della bellezza, e in particolare la sofferenza indotta da un amore impossibile.
Eva Loewe – in questo libro che appare a pochi mesi dalla sua scomparsa – esplora con l’aiuto di poeti e pittori della generazione simbolista, le forme di un amore che si modella volta a volta sui quattro elementi: aria, terra, acqua, fuoco. Un amore che può presentarsi anche con lo strazio di un’anima che desidera l’amore di qualcuno così intrinsecamente simile a sé da dare vita al fantasma incestuoso della coppia archetipica “fratello-sorella”. La psicoterapeuta austriaca si sofferma poi a meditare sul sorriso malinconico della Venere di Botti celli, dove si manifesta l’indissolubile legame fra bellezza, amore e caducità. E questa la soglia che Eva Loewe ci invita a oltrepassare, per condurci a intendere e praticare la psicoterapia attraverso l’immaginazione, il cuore dell’analisi: perché l’immagine – come dice Bachelard – “smuove il profondo prima di raggiungere la superficie”, consentendo all’anima individuale di incontrare l’anima del mondo.