- Collane
- Amore e Psiche
- Il Tridente Saggi
- Il Tridente Campus
- Narrazioni della conoscenza
- Pensiero e pratiche di trasformazione
- I volti di Hermes
- Il castello di Atlante
- Echi dal labirinto
- Scrivere le vite
- Fabula
- Ritratti d'artista
- Le forme dell'immaginario
- Architettura e trasformazione del costruito
- Quaderni di ergonomia
- Biblioteca del Cefalopodo
- IMM'
- Altre proposte
- Altro
- In Vetrina
- Prossimamente
- Indici Analitici
- Riviste
- Ufficio stampa
In queste pagine, originali ed intense, Luigi Meneghello affronta il prediletto tema della memoria con l’impegno sobrio e con la delicata maestria che più gli appartengono.
Facendosi interprete di una nobile quanto difficile tradizione letteraria, lo scrittore trasforma quello che poteva essere un semplice discorso d’occasione in un prezioso distillato di riflessioni sul lavoro — che è anche il suo — di chi continuamente interroghi i segni lasciatigli dalla vita di un tempo, per indagare e comprendere ciò che è diventato.
Egli ci racconta, così, l’appassionato accanirsi di due solitari artisti della ceramica, Alessio e Lee, a riscoprire le forme e i luoghi di un’arte antica e popolare, nel ripristino dell’edificio della Fabbrica di Cristallina e Terra Rossa a Rivarotta, località tra Nove e Bassano, nell’Alto Vicentino.
Ed in questa vicenda, che ha i tratti di un’epica domestica, ma nient’affatto minore, l’autore legge e ci rivela i modi stessi del suo stile di scrittura e di pensiero, dell’etica cioè, a un tempo ironica e rigorosa, con cui sa guardare alle cose della vita. Qui sta il fascino delle parole di Meneghello: nell’intimo loro potere di dominare, e così trattenere in vita, le linfe più dense dell’esperienza e dell’emozione.
(g.v.)