- Collane
- Amore e Psiche
- Il Tridente Saggi
- Il Tridente Campus
- Narrazioni della conoscenza
- Pensiero e pratiche di trasformazione
- I volti di Hermes
- Il castello di Atlante
- Echi dal labirinto
- Scrivere le vite
- Fabula
- Ritratti d'artista
- Le forme dell'immaginario
- Architettura e trasformazione del costruito
- Quaderni di ergonomia
- Biblioteca del Cefalopodo
- IMM'
- Altre proposte
- Altro
- In Vetrina
- Prossimamente
- Indici Analitici
- Riviste
- Ufficio stampa
«Rachilde è nata con un cervello in qualche modo infame, infame e però grazioso.» Così si esprimeva Barrès nell’imbarazzata prefazione a Monsieur Vénus, il romanzo che nel 1884 aveva reso celebre la scrittrice allora ventiquattrenne. Il successo di scandalo riportato da questo testo accompagnerà anche gran parte della ricchissima produzione successiva, che vedrà Rachilde intenta ad esplorare gli aspetti più inquietanti e trasgressivi della pulsionalità in sintonia con le indagini di autori quali Zola, Mirbeau, Lorrain, Huysmans e di studiosi quali Charcot, Freud, Krafft-Ebing ed Havelock Ellis. Se nel suo insieme l’opera si presenta disomogenea per fattura e valore letterario, siamo debitori a Rachilde di alcuni esiti straordinari, quali ad esempio L’Animale. La Tour d’amoure La Jongleuse, ma soprattutto dobbiamo a lei il repertorio più completo dell’immaginario decadente. Questo saggio, nel rivisitare la personalità della scrittrice, cerca di delinearne la formazione, di coglierne le contraddizioni quali riflessi specifici di un’epoca, in particolare riguardo ai suoi interventi sul ruolo del femminile, con l’intento di dare una più adeguata collocazione alla sua produzione artistica all’interno del panorama letterario di fine-secolo.