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La letteratura critica su Polidoro Virgili e la sua opera è quasi esclusivamente britannica. Dobbiamo a D. Hay una pregevole monografia sul Virgili del lontano 1952, che ha avuto il merito di richiamare l’attenzione su un umanista che può ben definirsi europeo. Il Virgili infatti, dopo aver compiuto i suoi studi presso le università di Padova e Bologna, dove affluivano i migliori studenti di ogni parte d’Europa, fu inviato dal Papa Alessandro VI al seguito del Cardinal Adriano da Corneto come Collettore del Denaro di San Pietro a Londra, in una delle corti più splendide del Rinascimento, in un periodo di grandi fermenti culturali, politici e religiosi. Per diversi anni egli fu al centro delle vicende politiche mediando tra la Corte inglese e la Santa Sede, finché lo scontro con il Wolsey e il suo agresto posero fine alla sua esperienza politica, restituendo il Virgili al suo lavoro di umanista. Alla Corte dei Tudor egli entrò in contatto con Tommaso Moro, Erasmo, Colet, Pace ed altri umanisti del suo tempo, stabilendo con essi un rapporto di collaborazione e di profonda amicizia. L’interesse suscitato in Inghilterra dall’Anglica Historia, dalla sua pubblicazione fino ad oggi, ha dato luogo ad un vivace, controverso e, a volte, aspro dibattito storiografico, sfociato in una vasta bibliografia. Era inevitabile che D. Hay privilegiasse la produzione inglese del Virgili, perdendo di vista il continuum che lega il periodo propedeutico del Cornucopiae agli Adagia e al De rerum inventoribus, giungendo fino all’Anglica Historia che Hay sembra collocare in una posizione quasi autonoma e privilegiata, rispetto alla restante produzione letteraria del Virgili. Tuttavia, nonostante il contributo importante di Hay, che rimane fondamentale punto di partenza per future ricerche, va pure dato conto dell’assenza totale di studi sul Virgili e del silenzio della critica in Italia riguardo alla sua opera, eccezion fatta per alcuni contributi parziali e troppo condizionati da una storia locale enfatica e celebrativa e quindi deformante. Il libro sul Virgili intende da un lato illustrare la personalità storica e culturale dell’umanista urbinate e dall’altro chiarire il ruolo da lui svolto all’interno della respublica litterarum che vedeva riuniti i più grandi esponenti dell’umanesimo europeo.