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Le “pinocchiate” sono quei testi che riprendono, in forme anche molto diverse, il personaggio creato da Carlo Collodi, al secolo Carlo Lorenzini, nel celebre Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, all’inizio degli anni Ottanta dell’Ottocento.
Con Play it again, Pinocchio, Luciano Curreri cerca di tracciare, in seno a un’idea speculare di Novecento e d’infanzia, una storia delle “pinocchiate”: l’inarrestabile ritorno del burattino birichino è un’odissea nutrita di politica, propaganda, pubblicità oltre che di critica, letteratura, cinema, teatro, opera dei pupi, canzonette, fumetto… Dopo averne seguito le tracce in ambito futurista, nel periodo storico dei manifesti e nei dintorni della guerra europea, l’autore prova a circoscriverne un paio di categorie più precise: le “pinocchiate” fasciste e le “pinocchiate” salgariane.
Le prime vorrebbero irreggimentare il burattino, straniandone l’anarchica disponibilità all’avventura, che le seconde, invece, paiono tutelare, superando, almeno in parte, la canonica opposizione Collodi-Salgari della nostra storia letteraria.