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Un libro bellissimo, questo di Francesco Donfrancesco, che nasce da una alleanza affascinante fra l’esperienza psicoanalitica e quella psicopatologica, fra le conoscenze della psicologia analitica e quelle della psicoanalisi freudiana, fra gli orizzonti psicodinamici e quelli fenomenologici, fra la cultura estetica e quella mitologica; e questo senza che ci siano contaminazioni di linguaggio ma nel solco di un rigore assoluto animato dalla fiamma della passione: della passione dell’ascolto e della interpretazione dei dolori dell’anima che l’incontro con i pazienti fa nascere senza fine.
L’originalità del discorso di Donfrancesco mi sembra consistere nella unità dialettica di questi diversi livelli di esperienza e di riflessione che si vengono articolando nel solco di una ricapitolazione di storie della vita, e non di storie cliniche ovviamente, nelle quali si riflette il gioco misterioso della memoria: dei ricordi che si elevano da una memoria agostiniana che scorre luminosamente lungo le pagine del libro, conferendogli il fascino indicibile di un testo di formazione psicologica e psicoterapeutica, e insieme di un testo proustianamente narrativo che unifica, muovendo dalla interiorità dell’autore, i diversi capitoli del libro al di là delle loro sequenze tematiche e delle loro scansioni culturali.
[…] A mano a mano che si procede nella lettura dei diversi capitoli che compongono il libro, le connotazioni possibili dell’anima, le sue fondazioni conoscitive e fenomenologiche, si delineano con insondabile profondità e con incandescente intensità […] Una tematica, come è questa dell’anima, si viene svolgendo lungo sentieri di diversa matrice (psicodinamica, poetica, artistica, filosofica e fenomenologica) che nondimeno confluiscono mirabilmente nel grande fiume della psicologia analitica: così ampia e così estesa, così complessa e così trasparente, così oscura talora e così limpida nei suoi orizzonti di senso. […] il libro ha pagine autobiografiche di grande tensione emozionale che si inseriscono nel tessuto delle riflessioni teoriche rendendole ancora più vissute e palpitanti di vita: ancora più vicine all’ascolto e alla decifrazione dei confini dell’anima.
Un libro bellissimo e appassionante, un libro che fa pensare, un libro che è il diario di una vita alla ricerca dell’anima.
(Dalla Prefazione di Eugenio Borgna)