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Più di cinque secoli separano Mozart da Dante. Cosa possono avere in comune? Apparentemente nulla, se non la genialità. Tuttavia il Flauto magico presenta straordinarie analogie con la Divina Commedia, a cominciare dalla prima scena, che vede Tamino, il protagonista, fuggire davanti a un serpente proprio come Dante davanti alle tre bestie.
Maria Soresina – non nuova a paralleli arditi – accompagna il lettore, scena dopo scena, a scoprire, grazie al costante rimando al poema dantesco, il significato spirituale di questo capolavoro di Mozart. Si vedrà allora che il Flauto magico non è una fiaba, come in genere viene detto, ma la rappresentazione di un cammino iniziatico.
Mozart, come Dante, usa simboli quali il passaggio attraverso il fuoco e l’acqua.
Mozart, come Dante, insegna un cammino che conduce a Dio senza mediazione ecclesiastica: Tamino vi giunge guidato da Pamina, Dante da Beatrice, entrambe immagine della scintilla divina, l’eterno femminino che ci trae verso l’alto.
Mozart, come Dante, era animato da una forte passione politica e dalla speranza in un’imminente vittoria della ragione sull’oscurantismo e sulla superstizione: «allora la terra sarà un paradiso» in cui regneranno la tolleranza e l’amore tra gli uomini.