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Jung pone un problema universale: “come ci si confronta in pratica con l’inconscio”? Una libera lettura del suo saggio sulla funzione trascendente suggerisce che le immagini, nel confronto fra conscio e inconscio, per prendere vita e corpo, per toccarci, hanno bisogno di essere sentite e condivise con pienezza sul piano sensoriale, trovando così un contorno, un limite che le individua. Il tentativo di dire l’indicibile, di rappresentare l’irrappresentabile trova nel gioco della sabbia uno spazio potenziale, grazie al gesto e alla parola che lo accompagna.
In “Mondi in un rettangolo” il “limite” sorprende e svela: apre l’accesso all’inconscio. Il volume raccoglie saggi di elaborazione clinica e teorica ed è suddiviso in tre parti (limite e corpo, limite e tempo, limite e spazio) introdotte da brevi intermezzi: suggestioni e immagini che accompagnano l’esperienza e nutrono la riflessione.