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 Il volume testimonia le figure e le opere dei mèntori immaginali, cioè degli autentici maestri cui è stato assegnato nella modernità il compito della trasmutazione alchemica del mondo e della sua guarigione mediante l’immaginazione creatrice.
Mondo che tali mèntori hanno visto, ascoltato, sentito e guarito grazie alla capacità di immergersi nel mondo immaginale, dove riappaiono le trame sottili di quel reticolo di corrispondenze che attraversa l’intero cosmo, come un’iridescenza impalpabile: mondo che attraverso il loro sguardo ci viene restituito insieme a quel senso di appartenenza e radicamento che abbiamo smarrito.
E a essi, autentici viandanti dell’invisibile, che questo libro è dedicato, alla loro incessante, generosa e spesso obliata opera di appassionato ammaestramento ad abitare la terra.
Il testo propone una rilettura rispettosa delle opere fiammeggianti e ineludibili di Pierre Bonnard, Etty Hillesum, Jöe Bousquet, Giacinto Scelsi, Maria Zambrano, Andre) Tarkovskij, una sosta intensa e prolungata negli scrigni poetici dell’haiku, nei frammenti di luce distillati dall’alambicco di Percy Bysshe Shelley, Wim Wenders, Claude Debussy, Edgar Allan Poe, Ted Hughes e intende offrirsi al lettore come oggetto di meditazione e di formazione a uno sguardo finalmente pieno e fecondo.