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A dodici anni dalla sua prima edizione, presso Bompiani, viene riproposto, riveduto ed arricchito di una postfazione, questo saggio, narrazione minuziosa di un caso clinico emblematico. Non si tratta di un resoconto arido ed asettico, o l’occasione per una rielaborazione teorica, ma la storia vibrante di un incontro clinico, in cui prevalgono le immagini e le emozioni di cui è costituita l’analisi: l’intrecciarsi indicibile di temi e sentimenti alla ricerca di un filo, la cui narrazione diviene sia pure indiretta testimonianza. La prospettiva teorica alimenta le riflessioni e i commenti su ciò che accade, ma la storia e l’esperienza non ne risulta sfumata, rimane viva e presente. Il libro, che è insieme la narrazione di un trattamento analitico e una riflessione sugli aspetti terribili della Grande Madre, mostra come lo psicanalista, professionista che opera sovente su una linea d’ombra, possa uscire dal setting, mettere in forma e portare alla luce storie esemplari e, col racconto, trovare il piacere di incontrare il mondo. Dietro la storia personale di Dario si intravedono i grandi miti gnostici, la struggente e pericolosa nostalgia del paradiso perduto, il conflitto tra il mondo delle Madri e il mondo della Storia, il desiderio di evitare quel conflitto cercando rifugio in una dimensione senza tempo.