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Questa raccolta di saggi, dedicati a vari aspetti della cultura italiana e francese del Rinascimento, di solito poco esplorati, si aprono sul grande tema dell’uomo microcosmo, inteso, a un livello più elementare e materialistico, come compresenza nell’uomo dei quattro elementi che compongono il mondo, poi inteso, a un livello più alto, come vinculum et nodum, come sintesi degli opposti (secondo quanto suggerisce anche Jung), infine come tensione verso supreme volizioni e verso un esito spirituale ispirato a un concetto di caritas. Seguono altri saggi, questa volta suggeriti da un altro studioso che l’autore considera sua guida spirituale, Mircea Eliade, e dedicati, ad esempio, all’idea di un Rinascimento considerato non come proiezione verso il dopo, ma come nostalgia delle origini.
Chiudono il libro quattro saggi dedicati a umanisti e letterati di cui si mettono in luce aspetti poco noti: Poliziano come poeta della dolcezza, Beroaldo il Vecchio con la sua traduzione e interpretazione dei simboli atttribuiti a Pitagora, e infine Bonaventure Des Périers col profilo, da lui tracciato, dell’homme de bien, ispirato a un modello pseudo-virgiliano. Qui il cerchio si chiude perché, come nel caso del microcosmo, il modello non è descrittivo ma esortativo: l’uomo non è bonus di per sé, si fa vir bonus quando realizza assiduamente il suo modello ideale di virtù.