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L’Oceano è dentro di noi è un libro profondamente originale, multiplo e sfaccettato come l’anima e la mente di chi l’ha concepito, la scrittrice americana, ma da trent’anni residente a Parma, Wallis Wilde Menozzi. Se da una parte queste pagine ci parlano di letteratura, poesia e musica, e di scrittori, poeti e artisti, con una finezza degna dei più eleganti e acuti autori di saggi, dall’altra, o allo stesso tempo, esse sanno delineare, con una concretezza di dettagli, un’arte delle sfumature e un’intensità narrativa da autentico romanziere, la vita dell’autrice nel suo lungo e serrato andirivieni tra le sponde opposte e complementari dell’America e dell’Europa.
All’inizio di questa complessa vicenda esistenziale e creativa sta un’esperienza di spaesamento, se non di vero e proprio esilio. Giunta ancora giovanissima dagli USA a Parigi, innocente come “un giunco vergine del Midwest”, armata solo di una piccola macchina da scrivere Smith Corona e di molti sogni, Wallis Wilde (solo più tardi anche Menozzi) ha dovuto affrontare una serie di dure prove, tra cui la morte di un figlio, per mettere a fuoco la “figura” del proprio destino. Il punto nodale di questa figura è il bisogno di affrontare con coraggio i rischi di fraintendimento che minacciano gli incontri, sempre più frequenti e ravvicinati nel mondo contemporaneo, tra individui provenienti da culture diverse.
Appassionata e intrepida, delicata e coriacea, sempre altalenante, nella realtà e nello spirito, tra la sua patria d’origine e quella italiana acquisita dopo il soggiorno in Inghilterra, Wallis Wilde Menozzi sa vedere tutto ciò che fa della vita un campo di tensioni, di parole che “si perdono nella traduzione”, di ambiguità che possono degenerare in conflitti, ma anche un terreno in cui condividere il sentimento della nostra comune appartenenza umana, del nostro essere gettati in un medesimo crogiuolo di dolore e gioia, di bellezza e mistero. Fortemente assetata di giustizia, la sua ricerca critica e creativa l’ha spesso spinta a interrogarsi sul ruolo che la letteratura può avere di fronte ai problemi e agli eventi più scottanti della nostra epoca, dai diritti dei bambini alle lotte delle donne per l’emancipazione alle questioni inerenti la guerra e la pace al tempo del Vietnam e dopo l’11 settembre.
Nutrito a fondo dalla consapevolezza delle troppe disarmonie della storia, ma insieme dallo spirito irriducibile del dialogo, vibrante di vita nella sua più nuda semplicità, e di tutto ciò che a tratti la dilata verso un altrove sconfinato, L’Oceano è dentro di noi può leggersi in molti modi: come una bellissima galleria di personaggi famosi (da Rostropovich a Miroslav Holub, da Alexander Kushner a Iris Origo, da Primo Levi a Natalia Ginzburg), delle loro opere e dei luoghi in cui le hanno concepite; come un autoritratto “per interposte persone” dell’autrice; come un mare d’immagini ricche di sensi simbolici e sapienziali (penso in particolare alle farfalle di uno dei testi più memorabili) e una trafila di meditazioni morali, sino al capitolo finale su Dante; come un vasto, corrusco arazzo della nostra incerta identità di esseri oscillanti fra la torbida tentazione di Babele e il bisogno di parole chiare e autentiche, tra la selva oscura dell’ideologia e i richiami lievi e struggenti dell’anima sacra del mondo.
Paolo Lagazzi