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La vicenda poetica di Luigi Fontanella si sviluppa fin dalle origini nel segno della complessità, della libertà e della vitalità. Dopo gli esordi sperimentali (la prima raccolta poetica, La verifica incerta, è del 1972), influenzati anche dalla poesia americana degli anni Sessanta e Settanta, Fontanella si è infatti mosso gradualmente verso una poesia di forme più leggibili, recuperando anche strutture metriche consolidate della nostra tradizione: accanto ai componimenti lirici di forte e densa allusi-vita, si daranno dunque anche i più lunghi e articolati poemetti di contenuto narrativo, non senza incursioni nella prosa poetica; accanto a una poesia di lieve grazia epigrammatica, o di elegiaca memorialità privata, si troveranno le aspre – quasi cinematografiche – sequenze di paesaggio americano; accanto ai versi lunghi (ma non prosastici, sempre nutriti di invenzioni linguistiche e stilistiche), le forme strofiche e endecasillabiche della produzione più recente. E andranno sottolineate – quasi un libro che attraversa tutte le raccolte finora pubblicate – le numerose poesie di argomento meta-poetico e metaletterario. Non poteva che essere così, d’altronde, visto che Fontanella, ordinario di Lingua e Letteratura Italiana presso l’Università Statale di New York, è anche un fine uomo di lettere attento ai grandi mutamenti della vita culturale e sociale. E proprio il tema del viaggio (segnalato dalle numerose didascalie di nomi, date e luoghi aggiunte ai singoli componimenti), unito a quello del tempo (il tempo elegiaco della memoria, ma anche quello verticale ed epifanico delle nostre più profonde esperienze esistenziali), sembra la cifra unificante di tutta la sua produzione, una delle più vive e autentiche dell’attuale panorama poetico nazionale.
Giancarlo Pontiggia