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L’occhio è una finestra, esplora il mondo come un geografo, lo filma come un regista. Un sogno, un quadro, un paesaggio, un essere umano ci vengono incontro. Un caleidoscopio di immagini che colpisce e sorprende. Lo studio dell’analista è il contenitore estetico che accoglie attraverso
illuminazioni, suoni e apparizioni lo spazio scenico del nostro teatro interiore.
L’arte analitica è un’esperienza che si basa sul sentire il tragico e l’imperfezione della bellezza, sull’intensità emotiva, sul potenziale creativo verso un nuovo spazio: verso nuove immagini, capaci di generare un’altra possibilità per comprendere la polifonia complessa del mondo.
La bellezza è da scoprire e da patire. La creatività psichica apre al potenziale inesauribile e polimorfico dell’umano, facendo riemergere le risorse trasformative di ognuno di noi, in una relazione nella quale emergono dinamiche creative tra nascondimento e apparenza, tra verità e rappresentazione, tra enigma e rivelazione. Come un bambino che ci imita nel suo gioco, noi imitiamo nel gioco dell’arte le forze che hanno creato e creano il mondo.