“Ciò che la religione ha chiamato anima, e la psicoanalisi isteria, la tradizione junghiana, con un accenno all’immagine della musa ispiratrice, l’ha chiamata Anima”.

L’isteria è la grande protagonista di questo libro. Con essa nasce la psicoanalisi, nel fatidi­co anno 1900, data della prima edizione dell’Interpretazione dei sogni. Nell’ancor più fatidico anno 2000 esce Isteria di Cristopher Bollas, noto analista freudiano, che dimostra come quella grande protagonista della patolo­gia non sia affatto morta, ma si sia mimetizza­ta in infiniti modi.

La trattazione di Greg Mogenson si rifà da un lato a Freud, a Bollas e a Juliet Mitchell e dall’altro a Cari Gustav Jung, James Hillman e Wolfgang Giegerich, per darci una visione “bi­noculare” – contenente quindi una capacità prospettica – sul fenomeno dell’isteria, affasci­nante, mutevole, seducente e colma di spiritua­lità. L’intrigante “colomba” del titolo si riferi­sce infatti al noto simbolo cristiano come rap­presentante degli aspetti impersonali e transpersonali del processo analitico: lo spirito che lo anima è, infatti, anche “santo”.

Si può considerare questo libro come un tentativo di sanare o comporre la lacerazione epocale all’interno della psicoanalisi, quella tra Freud e Jung, che ha determinato, tra le due scuole che ne sono scaturite, l’approfondimen­to di una divisione che potrebbe essere vista come una feconda complementarietà.

E questo un libro che, con la sua documen­tazione, ci rinfresca o fa conoscere il pensiero degli autori citati fornendocene angoli visuali e prospettive innovativi e di grande interesse.