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Intelletto d’amore è il frutto di anni di lavoro psicoanalitico e di esperienza musicale, espresso in forma epistolare. L’autore immagina di scrivere a un amico lontano e di confidargli le sue riflessioni su Eros e Psiche e su come ci si può prendere cura della grande sofferenza mentale. Tenta così di stendere un ponte tra l’arte – come espressione di umana pienezza, di bellezza e amore, di eccedenza di senso – e il particolare umano concreto e dolente: la soggettività dilaniata dal dolore psichico che di umana pienezza, di senso, di bellezza e di amore ha disperato bisogno. Ne risulta una riflessione sulla musica come metafora degli stati dell’anima e sulla condizione umana, di cui è paradigma la grave sofferenza mentale.
Vengono così ripensati i temi fondamentali dell’individuo in rapporto a sé stesso e al mondo. Il pensiero si mantiene a dovuta distanza dalle teorie per lasciare spazio alla narrazione all’affabulazione, al mito, alla poesia, all’analogia. E questo un testo vivo, che in forma colloquiale, e quasi intima, lega tempo a spirito, crea rapporti, svela il senso segreto e profondo delle nostre sofferenze.