Gian Piero Quaglino
Incerti versi di Carlos Albasuelo
I quattro amici della Compagnia del Mitra sono incontentabili. Ognuno reclama uno spazio tutto per sé. Lumir Medana ha provveduto con la sua Lettera a Mirul, Marcelo Malavista con lo scritto Ombre, buio (e Bob Dylan), e Eduardo Descondo con il racconto filosofico di Abitare la soglia. Carlos Albasuelo, a suo tempo, aveva raccolto nel volumetto di Incerti versi una manciata delle sue pseudo-poesie di gioventù. Ma siccome la competizione tra i quattro serpeggia sempre sotto traccia, ha deciso di mettere mano a una nuova e più corposa edizione: un’edizione cioè “riveduta e ampliata”. In pratica l’intero corpus della sua giovanile produzione poetica. Ha così raddoppiato da cinquanta a centouno le poesie e ne ha ripristinato la forma originale in versi anziché in prosa (per quanto, come versi, altrettanto “incerti” se non incertissimi). Che questa sia stata una buona idea o no, saranno naturalmente i lettori a deciderlo.