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Con Il passo dell’obbedienza, Laura Corraducci ha scritto il suo libro più difficile e coraggioso: un libro nel quale ogni parola è un atto di speranza, un passo gettato oltre la linea di confine che separa un «canto rotto» dal «canto del cuore». E lo fa evocando figure imperfette, che hanno conosciuto il dolore di una perdita, o la grande tragedia della storia: figure su cui sovrasta l’immagine di Maria, che si affida alla volontà di Dio nel segno dell’umiltà e della dedizione. Indipendentemente dal loro esito terreno, queste figure si muovono verso il compimento di un disegno che è più forte di ogni violenza e di ogni strazio: così, la prigione che si chiude su Juana la Loca o il campo di sterminio dove trovò la morte Etty Hillesum si fanno simboli di un’obbedienza più alta, che riassume in sé l’idea di libertà e di destino. Non c’è nulla di astratto, né di intellettualistico in questo libro che pare scritto con il linguaggio del corpo e del cuore, e in cui le stesse vicende della storia o della cronaca si intrecciano con quelle private (Atto di confine 1 e 2; England, my England): perché ciascuno di noi si muove lungo una via di imperfezione, nella fragilità del proprio sapere e del proprio essere nel mondo, alla ricerca di una luce che lo rischiari. Di qui la scelta di una lingua ellittica, a volte spezzata, ma sempre nutrita di echi scritturali, di archetipi visivi, di improvvise accensioni metaforiche che sono come strappi dell’anima, e trovano il loro emblema figurativo nella sezione Le vele, dove un sogno purissimo di libertà è tutto sviluppato attraverso le immagini del mare, delle barche che lo solcano, del volare degli uccelli, delle vele che sanno tagliare il vento della vita, e addirittura traversare «la porta della morte», gonfiarsi fra le lenzuola di un letto.
Laura Corraducci è nata a Pesaro, dove risiede, nel 1974. Insegna inglese nella sua città, dove dal 2012, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura, organizza ogni anno la rassegna poetica “Vaghe stelle dell’Orsa”. Ha esordito nel 2007 con Lux Renova (Edizione del Leone), cui ha fatto seguito nel 2015 Il Canto di Cecilia e altre poesie (Raffaelli).