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Leggendo l’affascinante studio di Eva Pattis Zoja e Liliana Liturri mi è tornata in mente una frase di G. K. Chesterton che fa più o meno cosí: Le fiabe – e allo stesso modo, i sogni – non dicono ai bambini che i draghi esistono. Questo i bambini lo sanno già. Le fiabe dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.
Gianrico Carofiglio
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Di solito i libri che vogliono aiutare a capire i bambini trasmettono punti di vista degli adulti. Pochi testi sui bambini sono veramente dei bambini come questo. Il “nottario” è proprio quello che la parola dice: un “diario” della notte. Per oltre un anno, durante un’ora settimanale, in alcune classi di scuola elementare i bambini hanno raccontato, disegnato, scritto i loro sogni. Si è così creato uno straordinario spazio di libertà, di sincerità, di intimità: una occasione difficilmente offerta dai programmi scolastici. I bambini hanno narrato in ogni senso i loro sogni: quelli notturni, ma anche desideri diurni, e indirettamente ansie non espresse. Al termine dell’esperimento le insegnanti hanno constatato che molte difficoltà, di integrazione o scolastiche, si erano avviate a soluzione nel modo più semplice, partendo da questo svelarsi giocoso dei mondi interiori.
La produzione spontanea di immagini è necessaria alla crescita, è una “terapia” naturale, che oggi spesso la tecnologia sostituisce con schermi televisivi o videogiochi: essi, come anche questo studio ha mostrato, possono rendere i bambini passivi e inaridire la fantasia attraverso il continuo consumo di immagini fatte in serie.
L’esperimento, condotto con straordinaria soddisfazione in Puglia, può essere replicato in qualunque scuola senza apparecchiature e senza costi. Sogni e fantasia sono gratuiti.