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Con un linguaggio semplice, nondimeno profondo, l’autore interpreta originalmente quella che, all’apparenza, non sembra essere nient’altro che un’efferata caccia alla balena, rileggendola in chiave simbolica non solo come il burrascoso viaggio spirituale di Melville, ma anche come l’espressione del processo di transizione proprio della civiltà occidentale. Il melvilliano dramma interiore di sofferenza e trasformazione viene declinato pagina dopo pagina in questo straordinario saggio, connubio di critica letteraria e analisi psicologica a orientamento junghiano. Moby-Dick viene affrontato come una sorta di stratificazione simbolica di un’intensa, sconvolgente esperienza interiore che, alla stregua di un sogno, necessita di interpretazione ed elaborazione, affinché le immagini archetipiche in essa contenute possano dischiudersi.
Il cuore pulsante della penetrante lettura di Edinger è la nekya di omerica memoria, qui intesa come discesa dell’uomo nel proprio inconscio alla ricerca dell’interezza originaria.