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La pittura influenza il teatro, il cinema influenza il romanzo, la poesia influenza il cinema. È il girotondo delle muse, lo scambio fra un linguaggio estetico e l’altro, il costruirsi del sostrato di valori di ogni sistema culturale.
Nei saggi qui raccolti – alcuni ancora inediti anche in Russia – Jurij M. Lotman espone, con l’acume del semiotico e l’esperienza dello storico della cultura, la propria visione delle arti. Lontano da un approccio strettamente disciplinare, lo studioso russo parte da un assunto tanto “semplice” quanto ricco di conseguenze: le manifestazioni artistiche di ogni sistema culturale, a prescindere dalle loro diverse forme di espressione, vanno intese come un insieme di attività reciprocamente indispensabili. Così, linguaggio verbale e linguaggio iconico, architettura e oggetti altro non sono che le “voci” di un medesimo e continuo dialogo.
Il discorso di Lotman procede per associazioni e illuminazioni, abbandonando la pesantezza della teoria. I suoi centri di interesse sono l’architettura, la natura morta e il ritratto, il teatro, il cinema di animazione e, in un saggio conclusivo, l’antico tema della bellezza.
Ricco di esempi, il testo è un ideale testamento teorico dello studioso russo, che dopo l’originale, e fondamentale, idea di semiosfera indica ora la strada per un’estetica che poggi sulle salde fondamenta delle scienze del linguaggio e della culturologia.