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Essere e abitare si articola in forma dialogica e rispecchia tre punti di vista o tre voci che, pur convergendo in una visione unitaria, accentuano (A) l’aspetto ontologico del problemi, (B) l’aspetto storico, (C) l’aspetto filologico o il confronto diretto sui testi chiamati in causa. Nasce in tal modo una dialettica che rivela il complesso intreccio dei temi alla base di una comune domanda di verità.
Il lavoro si svolge in ventisette serate.
Dopo un’immersione nel “rinascimento americano” di Whitman, Melville, Dickinson e le loro diverse modalità di vivere la società americana, la ricerca mette al centro la visione espansiva del poeta delle Foglie d’erba, che escono negli stessi anni delle Fleurs du mal (1855) di Baudelaire, due mondi poetici antitetici che sono anche espressione del rapporto che i due poeti ebbero col loro milieu ambientale ed esistenziale.
Da New York a Parigi, dal ponte di Brooklyn ai ponti sulla Senna. Da Whitman a Sandburg e a Crane, da una parte; dall’altra, da Baudelaire ad Apollinaire, passando attraverso Rimbaud e Laforgue.
Dentro questo quadro, si pongono interrogativi sulla questione della verità e del rapporto tra poesia e filosofia, nell’intreccio tra visioni metafisiche e loro superamento in nuove forme di pensiero, non più correlate a un concetto tradizionale di corrispondenza, ma radicate in un terreno inesplorato.