- Collane
- Amore e Psiche
- Il Tridente Saggi
- Il Tridente Campus
- Narrazioni della conoscenza
- Pensiero e pratiche di trasformazione
- I volti di Hermes
- Il castello di Atlante
- Echi dal labirinto
- Scrivere le vite
- Fabula
- Ritratti d'artista
- Le forme dell'immaginario
- Architettura e trasformazione del costruito
- Quaderni di ergonomia
- Biblioteca del Cefalopodo
- IMM'
- Altre proposte
- Altro
- In Vetrina
- Prossimamente
- Indici Analitici
- Riviste
- Ufficio stampa
La possibilità di elaborare la nuova fobia dell’Aids apre, nell’individuo e nella coscienza collettiva, spazi di riflessione che spingono a ricercare possibilità trasformative sopite o imbrigliate in stili di vita consumistici.
Servendosi di mitologemi eroici – la morte di Eracle ad opera di una veste contaminata dal sangue e dallo sperma di Nesso, e quella di Giasone ad opera della moglie Medea, che consapevolmente gli regala una veste infetta – l’autore tenta di individuare le possibilità di trasformazione eroiche sottese alla trasmissione del virus.
Il riferimento al romanzo di Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse gli permette di riflettere sulla teoria junghiana della trasformazione e di differenziarla da quella freudiana della sublimazione. Il romanzo, infatti, si sofferma sulle radici della creatività dell’artista e sui processi psichici che ne stanno alla base.
Il riferimento a casi clinici, sia di pazienti con cui è stato possibile avviare un processo trasformativo (sopito) tramite l’analisi della paura di poter contrarre l’infezione, sia di pazienti sieropositivi che hanno avuto la possibilità di modificare i loro stili di vita in seguito alla diagnosi di sieropositività, avvalora la convinzione, tipicamente junghiana, che il processo trasformativo è un’esigenza specificamente umana di spostare l’energia psichica verso livelli espressivi sempre più spirituali e culturali.