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Bellezza, tradimento e guerra, ecco ciò che evoca, al solo pronunziarlo, il nome di Elena di Troia. Elena è tuttavia molto di più. E’ regina di Sparta che fa del suo sposo un re, è Potnia, la Signora, erede degli antichi poteri della Grande Madre, è dea nella sua terra. Ed è tutto questo che lascia per seguire Paride.
Per amore, perché così ha voluto la dea, così ha voluto il suo alato figlio, che mi hanno infuso nel cuore la loro follia, l’amore che nutre se stesso, che vuole vivere a qualsiasi costo, senza calcoli, senza prudenza, che fa sperare eterno l’attimo lucente che illumina di felicità la vita e che si è perso appena aveva cominciato a vivere. Svanito, come il mio nome di regina, come svanisce il brillare di una lucciola nel sole del tramonto.
Solo per amore, ma quanto questo amore appartenga ad Afrodite e quanto a lei Elena lo saprà solo alla fine della lunga guerra di Troia che ha sconvolto uomini e dei e posto fine ad un’epoca e che sarà la sua nekya, la discesa agli Inferi, dove comprenderà se stessa e avrà risposta alla domanda che si è posta per tutta la vita:
“Quanto siamo liberi dal dio che ci assomiglia?”