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Cosa accade tra il paziente e l’analista quando la terapia cura? Quali sono i fattori terapeutici che si attivano nella relazione fra i due? L’esperienza clinica si offre come mappa per un’esplorazione della psiche che delinea in modo inedito l’immagine del labirinto quale simbolo della Possibilità: la psiche è come un labirinto dentro cui si può rintracciare la leva che attiva l’archetipo del Possibile. Se il terapeuta riesce a cogliere nel paziente quegli aspetti inconsci che esprimono il suo possibile potenziale e riesce a portarli a coscienza, in qualche modo riuscirà a restituire questa percezione al paziente, il quale la sentirà come vera perché avrà toccato i nuclei vitali della sua psiche: quei nuclei che necessitavano di un rispecchiamento profondo per potersi esplicitare e divenire coscienti. Se questa percezione avviene all’interno di una relazione importante e significativa, si può attivare un processo trasformativo.
Il concetto di archetipo della Possibilità si offre come importante chiave di comprensione dell’operato di terapeuti di scuole teoriche molto diverse; in particolare getta luce sulla nascita del complesso dell’Io, che nella teoria junghiana è il tramite dell’integrazione tra il modello intrapsichico e il modello relazionale e fornisce nel contempo una dimensione più clinica al concetto cardine di Individuazione. L’autore mette a fuoco anche il concetto di Possibilità in sé e ne sfronda l’equivoco interpretativo che lo assimila all’onnipotenza: possibile non va inteso come opposto di impossibile, bensì come dimensione intermedia tra impossibile e certo. Non si da Possibilità se non nel costante confronto con il Limite e l’esito di questa inevitabile tensione della psiche non è mai scontato, ma sempre aperto e rimandante a significati ulteriori. La lettura di questo libro suscita considerazioni e domande che invitano gli analisti, non solo junghiani, e in generale chi si occupa di psiche, ad andare oltre nella comprensione di quel mistero del Sé, che in dialogo costante con la coscienza, va a delineare il profilo e i contenuti dell’Io, aprendolo all’interrogazione sull’essenza della vita e della morte che si incarna nell’elaborazione di un senso profondo dell’esistenza.