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In questo saggio si raccontano molte storie che tutti conosciamo bene ma che qui possiamo riscoprire e reimmaginare sotto una nuova prospettiva. Si raccontano alcune storie sulle nostre origini remote che forse non tutti conosciamo ma che ci riguardano da vicino. Si offre quel tanto di savoir faire che permette di scoprire in modo consapevole e competente cosa significhi oggi avere cura della bellezza.
Saper cambiare abitudini percettive, saper osservare, saper ascoltare, sapere immaginare, sono tutte abilità estetiche al centro di questa riflessione. Non sono riducibili al solo pensiero razionale ma non per questo si deve rinunciare a comprenderne le dinamiche e i processi di mutamento, come si originano e come evolvono. L’estetica non si trova né all’origine né alla fine del processo di costruzione dell’identità umana, ma nel circolo ricorsivo tra di esse. Vi è, dunque, un comprendere estetico prima che un apprendere, che arricchisce lo sguardo con cui osserviamo il mondo, la qualità e la bellezza dei nostri percorsi di formazione.
Questo comprendere fornisce le condizioni di un apprendimento costruttivo, favorendo possibili processi creativi tanto nel nostro agire quotidiano quanto nel campo delle scoperte scientifiche e delle produzioni artistiche. In tale ottica i due esempi letterari trattati – La teoria dei colori di Goethe e le Lezioni americane di Italo Calvino – sono solo apparentemente lontani tra di loro e dalle nostre esperienze.
Un tale comprendere/apprendere non può che aprire a una prospettiva educativa capace di porre al suo centro la dimensione estetica, come caratteristica costitutiva di ogni dinamica formativa.