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Dopo le rivoluzioni antitotalitarie del 1989-90, l’esperienza del comunismo non è più qualcosa di sorpassato. E una vicenda che ha segnato profondamente il nostro passato, che ha scandito le tragedie e le conquiste del nostro secolo. E la storia di una concezione religiosa che però, alla coscienza di chi l’ha vissuta, si è rappresentata come laica, scientifica, razionale… Al di là di ogni valutazione politica, l’esperienza storica del comunismo presenta un valore antropologico permanente che appare in primo piano in questo libro, il diario di una profonda e drammatica esperienza interiore.
Scritte nel momento in cui la destalinizzazione aveva aperto la prima breccia decisiva nel cemento totalitario, queste pagine assumono oggi un valore universale e paradigmatico, che coinvolge sia coloro che in quegli anni seguivano itinerari personali differenti, sia coloro che fanno per la prima volta i conti co destino del nostro secolo. Nel libro sono lucidamente delineati tutti i temi affrontati successivamente, fino ai nostri giorni, da Edgar Morin, uno dei pensa tori più originali delle scienze umane contemporanee e uno dei testimoni più radicali della condizione dell’uomo di fine millennio. Per capire la nostra storia per turbare il nostro futuro, questa denuncia dell’universo totalitario, riveste importanza pari alle testimonianze di Arthur Koestler e di Ignazio Silone, ai ro manzi di Milan Kundera e di Alexander Solgenitsin.
(m.e.)