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Alfabeto delle proprietà si configura come un dizionario minimo di parole ricorrenti nella filosofia contemporanea. La scelta obbedisce ad un unico criterio: proporre quelle parole che nel presente continuano a caratterizzare i nostri interrogativi sull’esistenza. Sono parole che ci aiutano – attraverso metafore e storie – a comprendere qualcosa della realtà che ci attornia. Lo fanno attraverso un procedimento molto particolare: ognuna evidenziando un senso nascosto, quasi sempre inedito.
A questo proposito Andrea Tagliapietra ci indica che ogni parola ha la sua “proprietà”, il suo senso più “vero”. Misurarci con tale “proprietà” può aiutarci ad aprire un varco sul patrimonio sotterraneo della vita del linguaggio. Attraversare questo varco vuol dire mettere tra parentesi le teorie sulle quali abbiamo edificato i nostri saperi e fare ritorno all’essere del mondo così come questo si manifesta, nel suo apparire. Vuol dire muovere un passo incontro alla poesia.
Alfabeto delle proprietà si costituisce sul piano filosofico come il confrontarsi, il contendere, il dibattere di una “cosa” con “qualcuno”. Si precisa sul piano poetico come il disporsi in ascolto del suono essenziale di ciò che si desta. Si determina in vista di un unico problema: capirci qualcosa di questa nostra vita.