pagine 112 | prezzo 12,00€ | cm 14,5x21

Dopo il bel libro dedicato al grande continente americano, Patrizia Villani torna alle sue origini, alle grandi vacanze nella sua Liguria, la Liguria di Levante di Eugenio Montale, che insieme a Camillo Sbarbaro diventa il nume tutelare di questo libro di acque e di cieli, di splendori marini nei quali l’anima si perde e si riconosce. Il paesaggio marino di questo nuovo libro dal titolo parlante (Nido di mare), non è solo un fondale: è figura, una sorta di personaggio che vive nei testi, che modifica la realtà e l’animo di chi lo guarda, e se ne imbeve.

Diviso in tre grandi blocchi (Acque e rive; Memorie d’acqua; Levante), seguiti da un breve epilogo di natura memoriale, quaai un rendiconto esistenziale, il libro è dunque un vero e proprio poema sul mare e sulle terre di Levante, sulla ciclicità della natura che si rinnova in un tempo circolare e infinito, che svanisce e poi ritorna, proprio come il movimento delle onde che battono sugli scogli e sui lidi. Entro questo orizzonte va a disporsi il tempo umano, che è invece un tempo lineare e finito, in cui vanno a disporsi le memorie, le malinconie, i momenti di felicità e di abbandono, la nostalgia di ciò che inevitabilmente deve aver termine.

Libro della maturità, Nido di mare si propone come un libro di immagini limpide e di grande impatto emotivo, destinato a un pubblico ampio proprio per la capacità di intersecare in forme semplici e immediate la dimensione umana, la fragilità delle vicende esistenziali con il vasto paesaggio marino, il suo fascino immortale.


 
pagine 240 | prezzo 22,00€ | cm 14,5x21

Un libro illuminato, crudo, ma non privo di speranza, per proiettarsi verso un futuro fondato sulle nostre radici culturali e sapienziali

La conoscenza non coincide con la padronanza filosofica e scientifica del pensiero. O con l’accumulo di informazioni corrette intorno alla vita, ma con la stabilizzazione di livelli di coscienza illuminati, attraverso una costante disciplina interiore.

Noi occidentali dovremmo rivolgere il nostro sguardo ai Misteri Eleusini, alle iniziazioni orfiche e a quei pensatori che platone definiva sophoì, ovvero Sapienti, e che hanno nome Eraclito, Empedocle, Parmenide, Pitagora, ma anche ai grandi nomi della conoscenza tragica, Eschilo, Sofocle, Euripide, per non citare che i maggiori.

Guardare alle redici della nostra cultura significa anche guardare alla sapienza d’Oriente, perché anche di essa (oltre che dello sciamanesimo iperboreo e della spiritualità indiana, persiana e mesopotamica) era pervasa la spienza di Pitagora, Eraclito, Parmenide, Empedocle, Democrito e Platone.

Questo tragitto Sulle tracce della sapienza cui il nostro autore ha già dedicato un omonimo fortunato libro, consente di fare colludere e collidere la grande esperienza conoscitiva originaria orientale-occidentale con le acquisizioni della scienza più avanzata (neuroscienza) e le domande di rinnovamento culturale e interiore poste dalla crisi della civiltà contemporanea.

Questa è la misura, la sfida per le donne e gli uomini dei prossimi decenni. Oggi la storia impone la più severa delle alternative: evolvere culturalmente e spiritualmente, in una rivoluzione antropologica che ponga il centro degli individui nel Sé e non nell Io ordinario, ripensando ai cardini e ai fondamenti della consociazione planetaria, o sprofondare in una barbarie e devastazione irreversibile e, come tutti vedono, già in atto dello habitat naturale e umano.