Uno dei più autorevoli analisti junghiani ci invita a rivolgere la nostra attenzione alla repressione del corpo e delle emozioni, simbolizzata nell’esilio di Dioniso: un dio che la nostra cultura titanica, tecnologica e smisurata, ha non solo allontanato dalla vita sociale e personale, ma spesso anche dalla stessa psicoterapia. Il tipo di vita che minaccia di essere dominante in futuro si va allontanando dal fondamento emotivo e corporeo dell’esistenza, di cui il dio Dioniso è il garante archetipico.