Sulla lingua di Claudio Recalcati pare trascorrere, dapprima, un’ombra: il sentimento di un’inadempienza, di una scollatura fra le parole e le cose: il velo, il tremore di un rapporto vacillante, indecidibile col destino. Le parole con cui nominiamo il nostro luogo nel mondo, sembra credere Recalcati, non sono che palliativi, farmaci imperfetti, apparenze votate a migrare come “nuvole di fumo”. Continue reading