Quale aria si respira oggi negli studi di psicoterapia? E’ l’aria dei problemi di sempre, oppure un’aria viziata da nuove forme di inquinamento? Le storie di vita degli uomini e delle donne che bussano alla porta delle stanze d’analisi e di psicoterapia non raccontano solo di un disagio individuale, cresciuto nelle mura di casa. Esse raccontano anche di un nuovo disagio della civiltà, dove la speranza nel futuro ha perso cittadinanza, la cultura ha delegittimato la natura e la perdita di senso non si accompagna all’aspettativa di un tempo migliore. Il libro analizza i modi della sofferenza oggi più eloquenti, in quei pazienti che scelgono di ricavarsi un tempo e uno spazio nei luoghi della cura psicologica, osando chiedere un ascolto che i farmaci non possono e non sanno dare. Pazienti che soffrono lo smarrimento del panico, l’inimicizia anoressica con il proprio corpo, la noia che opacizza il quotidiano, la rabbia che non tollera il limite, la colpa che rende pesante ogni separazione. Forme di sofferenza individuale, ma che svelano anche nuovi stili collettivi di vivere il tempo, lo spazio, le relazioni. Dentro questo scenario la richiesta di aiuto si fa socialmente più pressante e non si accontenta di anestetizzare il dolore: l’inconscia domanda di un senso, resa manifesta soprattutto dai sogni, vuole ancora rimanere aperta. Per questo le psicologie, come quella di ispirazione fenomenologica e psicoanalitica, che si interessano all’interiorità del paziente e a ciò che si cela oltre la loro coscienza, hanno ancora un irrinunciabile ruolo terapeutico e sociale.


 
pagine 229 | prezzo 18€ | cm 14,5x21

Nel 1978 la “Legge Basaglia” ha cambiato la psichiatria in Italia. E’ stata una delle poche riforme “vere” e profonde che si sono verificate nel nostro paese. Nel corso di pochissimi anni la vita dei pazienti psichiatrici, soprattutto quelli più gravi, e di coloro che li curavano, è radicalmente mutata.

In questo libro la complessità di quelle vicende e di quel periodo, l’intersecarsi di temi che hanno appassionato una generazione – psichiatria, psicoanalisi, contestazione giovanile – si svolge attraverso il racconto delle storie dei protagonisti filtrato da un particolare punto di vista: quello della testimonianza personale e della reazione affettiva, molto meno quello della riflessione teorica, che pure non manca, ma fa da interpunzione.

Da un capitolo all’altro la vita e le storie dell’Ospedale Psichiatrico e delle strutture che l’hanno sostituito si snodano sotto i nostri occhi per così dire spogliate delle tante teorie che ad esse si sono sovrapposte e collocate invece in stretta corrispondenza con le vicende umane di coloro che quella vita e quella storia hanno vissuto.

Pazienti e psichiatri, infermieri, direttori di manicomi, psicologi, professori e assessori. Molte migliaia di persone sono state coinvolte in quella esperienza rivoluzionaria. Sono stati protagonisti o sono stati trascinati dagli eventi?

Sono storie che commuovono, indignano, fanno sorridere. Storie caratteristiche di quel periodo storico e, ciononostante, simili a quelle di ogni essere umano, matto o sano che sia o che venga considerato.