pagine 296 | prezzo 20,00€ | cm 14,5x21

Alfabeto delle proprietà si configura come un dizionario minimo di parole ricorrenti nella filosofia contemporanea. La scelta obbedisce ad un unico criterio: proporre quelle parole che nel presente continuano a caratterizzare i nostri interrogativi sull’esistenza. Sono parole che ci aiutano – attraverso metafore e storie – a comprendere qualcosa della realtà che ci attornia. Lo fanno attraverso un procedimento molto particolare: ognuna evidenziando un senso nascosto, quasi sempre inedito.

A questo proposito Andrea Tagliapietra ci indica che ogni parola ha la sua “proprietà”, il suo senso più “vero”. Misurarci con tale “proprietà” può aiutarci ad aprire un varco sul patrimonio sotterraneo della vita del linguaggio. Attraversare questo varco vuol dire mettere tra parentesi le teorie sulle quali abbiamo edificato i nostri saperi e fare ritorno all’essere del mondo così come questo si manifesta, nel suo apparire. Vuol dire muovere un passo incontro alla poesia.

Alfabeto delle proprietà si costituisce sul piano filosofico come il confrontarsi, il contendere, il dibattere di una “cosa” con “qualcuno”. Si precisa sul piano poetico come il disporsi in ascolto del suono essenziale di ciò che si desta. Si determina in vista di un unico problema: capirci qualcosa di questa nostra vita.


 
pagine 192 | prezzo 18,00€ | cm 14,5x21

L’immagine: presente e passato, vita e morte, trasparenza e opacità. La sua esistenza, il suo prendere forma sono dovuti innanzitutto alla luce, elemento all’origine della vita; ciò nonostante è sempre stata associata all’esperienza della morte, alla permanenza di ciò che è stato.

Eppure ogni immagine si sovrappone a un’altra, come un istante di un processo dinamico: non è mai sola, ma dietro, accanto, prima, dopo, altre immagini si affacciano, si fondono, complicano e arricchiscono la nostra visione, creando un nodo che coinvolge i ricordi, il loro rifiuto, la loro presenza, i nostri fantasmi.

Le immagini rivelano una loro persistenza, non tanto una sopravvivenza, quanto una vera e propria vita postuma, che ci accompagna, ci incontra, ci sorprende perché quella singola immagine era già lì, ad aspettarci, come una memoria a venire.

René Clair, Marcel Duchamp, Georges Perec, Fernand Deligny, W.S. Sebald, Tacita Dean, Gianikian e Ricci Lucchi, e oltre: altrettanti modi di rendere la carica temporale delle immagini, le persistenze a esse legate, le vibrazioni e le sovraimpressioni.